Siamo orgogliosi per questa vittoria dell’Italia e orgogliosi per avere partecipato allo sforzo corale del sistema Paese a tutti i livelli. È la dimostrazione che quando si fa squadra si vince”. Così la CNA commenta con soddisfazione il riconoscimento della cucina italiana tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità, prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza e a essere iscritta di conseguenza nella Lista rappresentativa dell’agenzia Onu.

“La cucina italiana è nel contempo identità e storia, economia e socialità, cultura e tradizione – sottolinea la CNA – è una pratica quotidiana che comprende saperi e sapori, ha contribuito a creare una identità sociale e culturale condivisa nella sua diversità. La cucina italiana è tutti noi. E potrà da oggi in poi ulteriormente fare da volano per lo sviluppo socio-economico del nostro Paese”.

“Come Presidente di CNA Agroalimentare – aggiunge Francesca Petrini – sento forte la responsabilità e l’onore di rappresentare migliaia di imprese, artigiani, produttori, trasformatori, ristoratori e custodi del gusto italiano che ogni giorno danno vita a questo straordinario patrimonio.
Questo riconoscimento appartiene a loro. Appartiene alle mani che impastano, coltivano, raccolgono, lavorano, innovano. Appartiene ai territori, ai borghi, alle nostre campagne, ai nostri mari e alle comunità che da secoli trasformano prodotti e saperi in cultura viva”

“Questo riconoscimento arriva in un momento cruciale spiega Petrini – Arriva mentre le nostre filiere agroalimentari stanno affrontando sfide decisive. E proprio per questo assume un valore ancora più grande. L’inserimento della cucina italiana nella lista del Patrimonio Immateriale Unesco rappresenta infatti una straordinaria opportunità per tutto il sistema agroalimentare italiano. Nel contempo, è destinato ad avere un impatto rilevante anche sul turismo enogastronomico, una componente ormai strategica dell’economia nazionale. Sempre più viaggiatori scelgono l’Italia per vivere esperienze autentiche legate al cibo, ai prodotti, ai territori. Il riconoscimento rafforza questo trend, lo amplifica, lo qualifica. Permettetemi di dirlo con chiarezza: questo risultato non è un punto di arrivo. È un punto di partenza. Perché ora abbiamo una responsabilità ancora più grande: continuare a custodire, proteggere e innovare questo patrimonio con il lavoro quotidiano delle nostre imprese e – conclude la presidente di CNA Agroalimentare – con un impegno comune tra istituzioni, associazioni e comunità locali”. Per Antonio Scipioni, presidente di CNA Ristorazione, “Questo importante riconoscimento riguarda non un piatto singolo ma un intero sistema. Un patrimonio culturale da tutelare e valorizzare che non va visto solo come un prodotto da consumo a tavola ma come una identità culturale, economica e sociale”.